Molestie ed indifferenza, accade tutto su un autobus al nord della Capitale a due giovani studentesse che stavano andando a scuola. Il molestatore, trentanovenne egiziano, è ai domiciliari con una condanna a due anni di reclusione per violenza sessuale.
Su un mezzo della Tpl della linea 37, in zona Prima Porta, lo scorso 16 settembre 2021 due ragazzine di 12 e 13 anni si stavano spensieratamente recando a scuola per affrontare uno dei primi giorni di lezione dopo la pausa estiva; mentre viaggiano all’orario di punta sul bus, strapieno nonostante le limitazioni imposte dalle misure restrittive anti-Covid, vengono improvvisamente avvicinate da un malintenzionato sconosciuto che, approfittando della calca, le palpeggia entrambe e si struscia contro una di loro. Nessuno degli altri numerosi passeggeri interviene in aiuto, sebbene sia lecito immaginare che qualcuno si sia accorto di quello che stava succedendo. Consumato l’abuso, il molestatore si dilegua; anche le ragazze, sconvolte, scendono al più presto dal bus, e nello stesso pomeriggio raccontano tutto alle proprie famiglie, che sporgono immediatamente una denuncia in procura. Nonostante la difficoltà delle indagini nel rintracciare il soggetto depravato, decisivo è l’apporto prestato da una delle due giovani vittime, la quale non solo ricorda con precisione le fattezze di quell’individuo, ma addirittura il giorno successivo agli spiacevoli fatti lo incontra accidentalmente, riconoscendolo, in un bar nei dintorni della sua abitazione. Terrorizzata, si precipita a casa e riferisce tutto ai genitori; l’altra ragazza ha invece qualche dubbio.
La polizia identifica così un egiziano di trentanove anni con permesso di soggiorno, il quale viene arrestato il successivo 9 ottobre. L’uomo respinge le accuse, ma per il gup Rosalba Liso è stato proprio lui ad abusare delle due studentesse minorenni, tanto che viene condannato a due anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale. La sentenza è stata pronunciata al termine del rito abbreviato; il gup non ha concesso la sospensione della pena a causa della gravità del fatto ma tuttavia all’imputato sono stati concessi i domiciliari.